Non tutti sanno che è possibile ottenere un rimborso che riguarda direttamente la pensione di invalidità civile. In particolare è possibile richiedere e ottenere il rimborso delle rate degli arretrati che l’interessato, titolare di una pensione di invalidità, non ha mai avuto. Questa opportunità è riservata a coloro che hanno un’invalidità riconosciuta del 100%. Sono proprio questi soggetti che possono ottenere ratei e arretrati fino a 10 anni. Si tratta di una possibilità che va tenuta in grande considerazione per beneficiare di un importo maggiorato della propria pensione da utilizzare per tutte le esigenze personali.
Quanto si può ottenere in termini economici
Gli arretrati pensione d’invalidità abbiamo detto che costituiscono un’opportunità da non sottovalutare, anche perché l’importo aggiuntivo mensile che si può ottenere è piuttosto consistente e corrisponde a 355 euro. Questi importi si aggiungono alle pensioni d’invalidità per una somma totale che è pari a 600 euro per il 2022.
Questo aumento è corrisposto dal momento in cui il soggetto compie i 60 anni di età oppure dal momento in cui viene riconosciuta l’invalidità totale nel caso in cui il soggetto abbia già superato i 60 anni. Quindi possiamo dire che la buona notizia consiste nel fatto che è possibile richiedere ratei arretrati dell’incremento fino a 10 anni e non soltanto per 5 anni.
Quali sono i requisiti per ottenere l’aumento
L’aumento degli arretrati non avviene in maniera automatica, ma bisogna affidarsi ad un esperto della materia, come un avvocato che si intenda del settore previdenziale. In questo modo si possono chiarire quali sono i requisiti fondamentali per ottenere gli arretrati.
È necessario infatti essere in alcune condizioni molto specifiche. Per ottenere l’incremento degli arretrati, il soggetto che ne fa richiesta deve avere un’età superiore ai 60 anni e si deve trovare in uno stato di invalidità civile al 100%.
Inoltre non deve superare alcuni limiti di reddito che corrispondono a 8.469,63 euro. Nel caso di un soggetto coniugato i limiti arrivano a 14.447,42 euro.
Per il calcolo del reddito comunque viene fatta chiarezza, perché vengono presi in considerazione tutti i redditi, tranne però l’indennità di accompagnamento.
Che cos’è l’indennità di accompagnamento
Ma proprio su quest’ultimo punto vogliamo soffermarci, per evidenziare l’importanza di rivolgersi ad un avvocato esperto, che possa chiarire anche che cosa sia esattamente l’indennità di accompagnamento. I destinatari di questo assegno sono tutti i soggetti che si ritrovano in condizioni di minorazione psicofisica e che hanno bisogno, quando non sono deambulanti senza l’aiuto di un accompagnatore, di un’assistenza continua.
In particolare appunto la condizione si riferisce a chi non riesce a deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore o a chi, senza assistenza, non riesce a compiere le azioni fondamentali della vita quotidiana in maniera autonoma.
L’indennità di accompagnamento viene riconosciuta a prescindere dall’età anagrafica, senza tenere conto della situazione che riguarda il reddito. Per azioni di vita quotidiana che non si riescono a compiere autonomamente e che quindi presuppongono l’accompagnamento, si fa riferimento all’igiene personale, all’alimentazione, agli spostamenti che il soggetto deve compiere durante la sua vita di ogni giorno.
È importante, quando si hanno i requisiti richiesti per il riconoscimento di questa prestazione, chiedere il riconoscimento dei requisiti sanitari, inoltrando una domanda all’INPS. In questo modo si ottiene il certificato medico a cui corrisponde un codice, tutti documenti che si devono utilizzare per inoltrare la domanda per la prestazione economica.
Anche in questo caso, in presenza di alcuni requisiti basilari, se l’indennità di accompagnamento non viene riconosciuta, è possibile rivolgersi ad un legale per poter rivendicare un diritto fondamentale. Nel caso dei minori è da chiarire che, quando questi soggetti arrivano alla maggiore età, automaticamente subentra il diritto alla pensione di inabilità.