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Lavoro da casa: alle radici di un cambiamento culturale profondo

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di Redazione

24/11/2025

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Gli ultimi anni sono stati a dir poco rivoluzionari per diversi motivi: uno di questi riguarda i cambiamenti che hanno interessato il mondo del lavoro.

Per trovare una radice di tutto dobbiamo chiamare in causa, per forza di cose, il periodo del Covid: perdere il lavoro, vederlo cambiare drasticamente con riduzioni di salario o con la riduzione dei contatti sociali sono tutti fattori che hanno portato le persone a riflettere, in maniera drastica, sul ruolo che, prima del 2020, la sfera professionale aveva nella vita.

Se poi si pensa agli effetti dell’inflazione e della frenesia che caratterizza molti contesti urbani, è facile capire come mai le persone stiano scegliendo, sempre più spesso, di lasciare posti di lavoro anche ben pagati a favore di situazioni che permettono di apprezzare un maggior livello di equilibrio.

Si tratta di un cambiamento culturale importante, che possiamo apprezzare anche nelle semplici conversazioni di tutti i giorni: fino a pochi anni fa, chi lavorava da casa veniva visto come una persona decisamente meno impegnata rispetto a chi è abituato a uscire la mattina e a recarsi in ufficio.

Oggi la situazione è ben diversa ed è più facile trovarsi a parlare con persone fortemente consapevoli di quanto, per lavorare con profitto tra le mura di casa con un’attività in proprio, siano necessarie skill che non si padroneggiano dall’oggi al domani.

Una di queste è la gestione del tempo, obiettivo non certo semplice in una società che ci vede costantemente bombardati da notifiche, messaggi e tentazioni verso la dopamina digitale.

Da non dimenticare è anche la propensione alla formazione, che fa la differenza a prescindere dalla professione scelta.

Quando si pensa al lavoro da casa di un libero professionista, una delle prime immagini che vengono in mente è quella del social media manager, figura che, nel quasi 2026, non può certo improvvisarsi postando a caso, ma deve avere alle spalle un approccio strategico che può affinare grazie a percorsi formativi specifici, da seguire prima di mettersi concretamente in gioco con i clienti.

La stessa mentalità deve essere adottata anche quando si ha a che fare con professioni magari meno diffuse, ma non per questo non richieste. Una su tutte? Quella dei cartomanti al telefono.

Con un potenziale bacino d’utenza di 12 milioni di persone – tanti sono, secondo le statistiche più autorevoli, gli italiani che si rivolgono a cartomanti e professionisti legati alle discipline olistiche e all’occulto - coloro i quali scelgono questa professione possono, anche se non è riconosciuta, affinare la propria conoscenza con corsi e libri.

Esistono diversi percorsi formativi, online e in presenza. Per scegliere quello più adatto alle proprie esigenze, si possono prendere in considerazione criteri come le recensioni, senza dimenticare il curriculum dei docenti (un segno di indubbia qualità è la loro partecipazione a eventi in luoghi istituzionalmente riconosciuti, a partire dalle università).

Una nuova idea di benessere

La rivoluzione legata al lavoro ha messo in primo piano una nuova idea di benessere: se per lungo tempo si è rimasti legati a prodotti e abitudini che, in parte, avevano lo scopo di ricercare l’approvazione altrui, ora si tende a impegnarsi a coltivare la propria sfera privata, consapevoli di quanto sia importante mantenerla tutelata.

Meno condivisioni sui social, vacanze più brevi ma vissute, come è stato possibile evincere durante la scorsa estate, chiarezza massima per quanto riguarda la reperibilità via smartphone da parte di collaboratori e clienti: questi sono solo alcuni dei pilastri di un mutamento sociale e culturale profondo, che vede le persone approcciarsi al lavoro senza più metterlo al centro di tutto.

A tenere alta questa bandiera ci stanno pensando soprattutto i giovani della Generazione Z, da poco entrati nel mondo del lavoro con pensieri molto chiari sulla carriera che vogliono fare e sulla centralità di un perfetto work-life balance.

Redazione

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