Beppe Signori e quel legame unico con i tifosi della Lazio

Tante volte ci si chiede quanto conti il parere dei tifosi all’interno di una società di calcio. Probabilmente negli anni Novanta molto di più rispetto ad ora, come ben sanno anche i tifosi laziali, che non perdono mai una notizia sulla propria squadra del cuore, grazie anche a portali incentrati sulle Lazio News.

Estate del 1995 e il trasferimento mai andato in porto di Beppe Signori

La data è quella del 1995, il mese è giugno e il campionato è da poco terminato. Ecco che accade uno di quegli eventi che sono passati alla storia, perché rappresentano la perfetta testimonianza di quanto l’affetto dei tifosi possa cambiare anche degli accordi che sembrano ormai già fatti. Sono ben quattromila i tifosi della Lazio, infatti, che scendono in piazza per fare una sorta di rivoluzione d’amore, il cui scopo unico è quello di evitare la cessione di Beppe Signori al Parma.

È stata la prima volta che un popolo è sceso in piazza per interrompere una trattativa di calciomercato, che sembrava davvero ben avviata verso la sua positiva conclusione. Tutti uniti nel sostenere un solo coro, ovvero quello di non toccare Beppe Signori, che nel frattempo era diventato l’idolo della tifoseria biancoceleste, a suon di gol fin da quando è arrivato dal Foggia di Zeman.

Signori si era trasformato in una sorta di simbolo per la Lazio, in modo particolare per i suoi tifosi, che aspettavano con impazienza la domenica pomeriggio per assistere ai suoi colpi di classe. Quel ciuffo biondo era diventato celebre, tanto quanto il suo sinistro che spesso non lasciava scampo agli avversari. Tra l’altro, Beppe Signori fu, in compagnia di Gascoigne, il primo grande acquisti dell’era di Sergio Cragnotti.

La notizia alla radio e poi il finimondo

La notizia arrivò tramite il mezzo di comunicazione che in quel momento era quasi più efficace della televisione, ovvero la radio. La news era di quelle forti, anche solo da ascoltare per un tifoso della Lazio. Il Presidente Sergio Cragnotti, infatti, aveva praticamente dato l’ok per la cessione definitiva di Signori al Parma, ricevendo in cambio una cifra intorno ai 25 miliardi di vecchie lire.

Ormai, il trasferimento di Signori alla corte del suo grande amico Calisto Tanzi, all’epoca patron del Parma, è come detto praticamente chiuso. Una notizia che sconvolge tutto il mondo biancoceleste, visto che il 10 giugno Dino Zoff, rilascia una dichiarazione in cui comunica che Signori non è in vendita. Intanto, Cragnotti sta pensando di portare a Roma Roberto Baggio, anch’egli dato in uscita dalla Juventus. Solamente due giorni dopo, il 12 giugno, i giornali sono convinti che l’addio di Signori è vicinissimo.

Il capitano della Lazio, dal Brasile dove si trovava in tournée, rilascia alcune dichiarazioni inequivocabili, mettendo in chiaro la sua voglia di rimanere alla Lazio. Cragnotti, sempre a mezzo stampa, risponde ribattendo che l’offerta giunta dal Parma è di quelle a cui non si può dire di no. Parole che scatenano una feroce reazione dei tifosi biancocelesti: tra scritte, minacce, offese, cori e cortei, lo slogan “Signori non si tocca”, ormai risuona come una sorta di eco in tutta la città.

Una giornata impossibile da dimenticare, che si è conclusa con una vera e propria retromarcia della compagine laziale. È Dino Zoff a comunicare che Signori resterà in biancoceleste almeno fino alla scadenza naturale del suo contratto, ovvero nel giugno del 1998. Cragnotti è rimasto estremamente deluso dalla reazione dei tifosi, sottolineando come non capissero che quella cessione era necessaria per poter rafforzare poi la squadra. Qualche giorno dopo Signori ammise di non sapere nulla di quel trasferimento che, ancora oggi, probabilmente nasconde ancora tanti dettagli che in pochissimi conoscono.