Un passo fondamentale nella vita della maggior parte delle persone è, senza alcun dubbio l’acquisto della casa. Per molti un vero e proprio chiodo fisso. Per altri un sogno, un qualcosa di magico dove poter costruire il proprio nido familiare. Sicuramente, un momento cruciale durante la nostra esistenza, che, non di rado, viene accompagnata da un dubbio: meglio un prestito o un mutuo?
Una risposta univoca, che possa essere soddisfacente in egual misura per tutte l’intera collettività, per quanto ovvio non esiste. Nel prosieguo dell’articolo, tuttavia, cercheremo di fornire alcuni utili consigli per chi deciderà di acquistare casa nel 2021 e trovare la soluzione maggiormente confacente alle proprie esigenze.
Mutuo: quali sono i costi fissi da dover sostenere?
Per operare una scelta consapevole, tuttavia, è indispensabile essere a conoscenza della differenza che intercorre tra un mutuo e un prestito. Quella maggiore è sicuramente la presenza, nel primo caso, di una garanzia ipotecaria in favore dell’istituto di credito che concede il mutuo, di norma pari al doppio del valore della somma erogata, al quale è da collegare, obbligatoriamente, una polizza incendio e scoppia indicando in qualità di beneficiaria la banca erogante.
Oltre al tasso di interesse contrattualmente stabilito, il mutuo include altri costi. Oltre alla già citata polizza incendio e scoppio, che è buona norma ampliare con altre garanzie per tutelare sé stessi e il proprio nucleo familiare, il mutuo, per definirsi tale, deve essere stipulato tramite un atto notarile, che prevede, per quanto ovvio, una parcella da dover corrispondere al professionista.
Il mutuo ipotecario prevede anche il pagamento di un’imposta sostitutiva applicata, in modo differente, in base alla finalità del finanziamento. Ad esempio, se stiamo acquistando un immobile residenziale adibito ad abitazione principale, l’aliquota è pari allo 0,25%, mentre in tutti gli altri casi è prevista una tassazione del 2%. Da sottolineare, inoltre, la presenza – nella maggior parte dei casi – di una commissione di istruttoria, il cui ammontare varia da istituto di credito a istituto di credito.
Andiamo ad analizzare, ora, la seconda opzione a disposizione dei consumatori. D’altro canto, in base ad uno studio condotto da Prestitimag.it, sono molti gli italiani che nel 2019 si sono rivolti alle banche per chiedere un prestito personale, che sia per piccole o grandi somme di denaro ed in diverse modalità.
Prestito o mutuo: quali sono gli elementi da tenere in considerazione?
Ed il trend è rimasto ben saldo anche nel 2020, un anno estremamente complesso, segnato dall’avvento del coronavirus, che ha costretto un numero elevato di italiani a far ricorso al credito al consumo per poter finanziare l’acquisto di beni e servizi, talvolta estremamente necessari, non ulteriormente rimandabili temporalmente.
Il grande vantaggio è, senza alcun dubbio, la mancata inclusione dell’ipoteca, che consente di non dover sopportare il costo della parcella notarile, spesso tutt’altro che leggera. Il prestito, infatti, viene erogato dalla banca senza iscrivere ipoteca e lasciando libero l’immobile, di conseguenza, da qualsivoglia gravame.
Un’altra innegabile agevolazione è rappresentata dai tempi di erogazione. Una pratica di mutuo richiede, inevitabilmente, delle tempistiche di valutazione ed istruttoria ampiamente più lunghe rispetto ad un classico prestito, i cui tempi di risposta ed erogazione, non di rado, non sono superiori ad una settimana.
È altrettanto veritiero, tuttavia, che maggiore è l’importo richiesto, minori sono le chance di ottenere un prestito per finanziare l’acquisto o la ristrutturazione di un immobile: se la cifra richiesta non è modesta, infatti, gli istituti eroganti vogliono disporre di adeguate tutele prima di erogare la somma richiesta dal richiedente.
A sfavore del prestito, invece, gioca il tasso d’interesse, certamente più elevato rispetto ad un mutuo ipotecario, che è preferibile richiedere, per quanto concerne l’acquisto della prima casa, principalmente per importi non troppo elevati e con una durata inferiore ai 120 mesi.