La saldatrice è un attrezzo molto utile specialmente se impiegato in campo professionale. Infatti ritroviamo questo strumento nelle officine, nelle carrozzerie o nelle aziende che si occupano di lavorare il metallo. È sempre importante che i professionisti sappiano scegliere bene una saldatrice che si adatti alle loro esigenze, perché, anche a seconda delle attività che si devono svolgere, bisognerebbe puntare su prodotti di qualità. Ma come fare a scegliere la saldatrice più adatta alle esigenze personali? Sveliamo alcune caratteristiche, di cui si dovrebbe sempre tenere conto per fare la scelta migliore.
Quali sono i criteri per la scelta di una saldatrice
Come abbiamo già premesso, le saldatrici professionali si rivelano utili in molti campi. Ecco perché, se si vuole scegliere una saldatrice, si deve tenere conto principalmente dell’utilizzo che se ne intende fare. Se per esempio si vuole acquistare una saldatrice professionale, si devono avere ben chiare le caratteristiche del tipo di attività che occorre svolgere.
In questo modo magari si può acquistare uno strumento che abbia un prezzo più alto, essendo però sicuri sulla resa e sulla qualità della lavorazione quando si effettua la saldatura. Inoltre appare fondamentale tenere in considerazione la superficie su cui si intende lavorare e lo spessore dettato dal tipo di metallo che si deve saldare.
Un altro elemento molto importante è costituito dagli elettrodi che sono montati negli attrezzi di questo genere. Infatti a questo proposito dobbiamo ricordare che ogni saldatrice ha degli elettrodi che possono essere diversi a seconda del modello scelto.
È bene considerare a questo proposito lo spessore degli elettrodi, che per esempio in quelle professionali arriva anche ad essere di oltre 3,2 millimetri. Nel momento in cui si va a scegliere la saldatrice, bisogna considerare anche la qualità della saldatura, quindi si dovrebbe sempre tenere in considerazione quale può essere la resa di uno strumento del genere. È importante considerare le prestazioni dello strumento.
Fra le caratteristiche tecniche di cui si deve tenere conto, ci sono anche l’amperaggio e il voltaggio. I modelli più all’avanguardia infatti danno la possibilità di regolare l’amperaggio, in modo che si possa intervenire sulla tipologia della saldatura da realizzare.
In genere le più comuni saldatrici hanno un voltaggio di 220 V o di 380 V. Per scegliere il voltaggio, bisogna valutare il proprio sistema elettrico, in modo da non dover ricorrere ad un adattatore di corrente. Poi è importante anche la potenza, che in campo professionale dovrebbe sempre superare i 125 ampere.
Come funziona una saldatrice
Ma come funziona una saldatrice? Cerchiamo di delineare per linee generali i suoi meccanismi, anche perché avere consapevolezza di tutto ciò aiuta a fare la scelta di acquisto migliore. La saldatrice ha lo scopo di fondere due metalli, arrivando a formare un unico corpo.
Per raggiungere questo obiettivo si utilizza un trasformatore, che può trasformare la corrente di 200 volt in un amperaggio variabile. Con il potenziometro si regola l’intensità e intervengono anche due connettori, uno di carica positiva e uno di carica negativa, che sono capaci di trasferire l’energia al metallo.
Sono diversi i tipi di saldatura a cui si può ricorrere e tutto varia anche in base al materiale che viene utilizzato. Infatti per esempio, per quanto riguarda le tipologie di saldatura, si è soliti distinguere quella per pressione, che avviene per un fenomeno di resistenza elettrica o di induzione, quella autogena, quando si ha la partecipazione attiva del materiale al processo, o quella per fusione, che sfrutta un arco elettrico.
Inoltre possiamo ricordare che nella saldatura per fusione interviene anche quella che in gergo tecnico si chiama saldatrice ossiacetilenica, basata sulla combustione dell’ossigeno, tramite l’uso dell’acetilene.